Nel blog MYSTERIUM avevo scritto un articolo sul modo in cui, le solite famiglie degli schifosissimi Illuminati, hanno manipolato e stanno manipolando la popolazione mentalmente tranne i media ed altri mezzi.
Uno dei tanti effetti di questa manipolazione consiste nell'isolare i così detti "asociali", coloro che sono semplicemente introversi ma hanno molte qualità; una di queste consiste appunto nel non farsi manipolare e non seguire il gregge di pecore della maggioranza.
Questo ha costituito un pericolo per tutte le dittature, non escluso il Nazismo. Chi pensava con la propria testa era considerato potenzialmente un pericolo quindi andava fermato.
Come? Internandolo insieme a tutti gli altri gruppi e condannati alla stessa sorte.
Venivano messi gli altri "asociali". Simbolo sulla casacca da prigioniero : triangolo nero.
Triangolo nero
Utilizzo nei lager nazisti
Il triangolo nero era assegnato nei lager nazisti agli individui classificati come "asociali", cioè a quelli ritenuti una minaccia ai valori ideologici delle famiglie del Terzo Reich. La maggioranza di questi prigionieri erano malati mentali, senzatetto, alcolisti, coloro che erano ritenuti "fannulloni", prostitute. Con il triangolo nero, e una lettera Z, erano classificati anche i Rom e Sinti, ai quali, però, nei lager era talora affibbiato un triangolo marrone. I triangoli neri erano solitamente attribuiti agli appartenenti alle classi inferiori.
In base a
un’indagine compiuta da G. Schwarz, uno dei maggiori studiosi dell’universo
concentrazionario, i gerarchi nazisti istituirono più di 10.000 campi sul suolo
del Terzo Reich.
Inizialmente essi erano campi di raccolta per prigionieri civili, ma ben
presto diventarono luoghi di sfruttamento del lavoro in condizioni di
schiavitù. Erano gestiti dalle SS con una brutale e severissima
disciplina militare. Vi furono rinchiusi e schiavizzati ebrei, ma anche
sacerdoti, zingari, omossessuali e avversari politici.
Nella seconda metà degli anni trenta furono insediati campi di
concentramento in Germania a Dachau, Sachsenhausen, Buchenwald,
Flossenburg e Ravensbruk; in Austria quello di Mauthausen.
Nel 1939 gli internati erano 25.000, ma poichè il loro numero cresceva
di giorno in giorno a causa dei rastrellamenti operati dall'esercito
tedesco in Germania e nei Paesi occupati, ben presto vennero costruiti
molti altri campi, soprattutto nei Paesi occupati.
Fino all'inverno
1941-1942 i campi furono luoghi di lavoro coatto, ma quanto Hitler
decise di attuare la "soluzione finale" essi divennero luoghi di
sterminio dove in poco più di due anni trovarono la morte circa 11
milioni di persone, di cui sei milioni ebrei.
Tutti i campi di concentramento e di sterminio erano controllati
dalle SS, soldati inizialmente addetti alla sicurezza del Fuhrer e
successivamente specializzati in assassini di massa e fucilazioni
sommarie.
Nei Lager tutti i prigionieri, compresi i bambini, venivano privati dei
loro abiti e obbligati ad indossare la zebrata, cioè una casacca e un
paio di
pantaloni per i maschi e un largo camicione per le femmine a strisce
grigio-azzurre. Sulla zebrata venivano cuciti un triangolo e un numero
di matricola.
Il triangolo era un contrassegno di stoffa che veniva dato
a ciascun
deportato
insieme al numero al momento dell’immatricolazione. Il colore del
triangolo individuava la categoria con la quale l’amministrazione
del Lager “catalogava” i deportati: triangolo rosso per i politici,
triangolo
giallo per gli ebrei, triangolo verde per i criminali comuni, triangolo
nero
per gli asociali, triangolo rosa per gli omosessuali, triangolo viola
per i
Testimoni di Geova.
All’interno del triangolo rosso era stampata la
sigla della nazionalità del
deportato.
Nel
lager di Auschwitz il numero di matricola attribuito a ciascun deportato veniva
anche tatuato sull’avambraccio sinistro.
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