I canti del maggio sono le canzoni, rimeggiate e musicate durante il Calendimaggio dai maggerini, sotto le case e per le vie di alcuni paesi italiani dell'alta Toscana, Liguria, Piemonte, Emilia, Umbria e della zona delle Quattro province, nella notte tra il 30 aprile ed il primo Maggio. Sono canti in lingua italiana, con più o meno leggere inflessioni dialettali e sono caratterizzate da un'andatura allegra e gioiosa. Infatti esse sono il benvenuto alla bella stagione, dopo il lungo inverno. I canti sono accompagnati dalla musica: stornelli, sonetti e tresche suonati con chitarre, violini, strumenti ad ancia, piccole percussioni e strumenti ritmici, che comunque non coprano la voce, ora in coro, ora in solo, che canta il maggio.
I temi dei canti sono svariati: la natura, la primavera e le stagioni, dionisio e l'allegria in sé e anche un eros velato in serenate dolci e anche maliziose. Esse sono un'allegoria della vita, della rinascita e dell'allegria, ad imitazione dell'arrivo della bella stagione.
Diffusione e origini
La diffusione territoriale dei canti del maggio è come accennato più accentuata in Toscana, Liguria ed Emilia occidentale. Sono diffusi comunque anche in tutta l'Italia centro-settentrionale.La celebrazione del cambiamento delle stagioni in queste zone ha origini remote. Gli antichi celti, etruschi e liguri, celebravano nel periodo di maggio Beltaine e più in generale ogni passaggio e cambiamento importante stagionale, come l'arrivo dell'inverno (circa il 31 ottobre) l'estate (circa il 1º agosto). Oppure gli equinozi ed i solstizi, ma anche momenti legati all'agricoltura.
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