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sabato 26 ottobre 2019

Film e storia : PISTOIA 1944, la liberazione della mia città nella seconda guerra mondiale

 


Bravissima la giovane regista Gaia Cappelli. Ho visto il film e devo farle i più sentiti complimenti.  

Mysterium



“In Silvano erano più il coraggio, l’intelligenza, la spavalderia, la temerarietà o la follia? Quando tutto questo è accompagnato da una forte spinta ideale, allora vorrei dire che era soltanto eroismo.” S. Bardelli.
Silvano Fedi è uno studente di 23 anni quando l’Italia esce dalla seconda guerra mondiale e i tedeschi occupano la Toscana. Sta nascendo, sul territorio italiano, uno dei movimenti più forti e discussi della storia: la Resistenza.
Insieme a un gruppo di ventenni come lui decide di fare la propria parte dando vita a una brigata di ribelli: le Squadre Franche Libertarie. Pistoia 1944 racconta la loro storia, quella di ragazzi intrepidi, audaci, con tante azioni in mente ma due leggi ben precise a guidarli, la non violenza e l'autonomia dalla politica; quest'ultima, fortemente voluta da Silvano, perché la lotta per la libertà non appartenesse a nessun partito politico, bensì all'intera razza umana.
Un film che parla di ideali, fratellanza, coraggio, e tutto ciò che univa dei ragazzi che hanno perso la vita prima ancora di avere la possibilità di scoprirla. Iconico, invece, il personaggio di Silvano Fedi, una voce ventitreenne che sussurra all'indipendenza ottenuta senza colpo ferire. Perché il primo ingrediente per cambiare il mondo è la reale volontà di farlo.
Ma le parole non possono descrivere appieno l'idea che Silvano Fedi aveva del mondo, per questo ne stiamo facendo una pellicola cinematografica, e per questo vogliamo raccontare come i giovani del '44 hanno trovato il coraggio di affrontare la crisi del loro tempo.

https://www.eppela.com/it/projects/21551-pistoia-1944-una-storia-partigiana


 
it.wikipedia.org

Silvano Fedi


Silvano Fedi (Pistoia, 25 aprile 1920Pistoia, 29 luglio 1944) è stato un partigiano, anarchico e antifascista italiano.

La vita



Fu studente al Liceo classico Niccolò Forteguerri di Pistoia, dove, a causa delle sue idee antifasciste, subì anche un pestaggio inflittogli da alcuni attivisti fascisti.[1] Sono gli anni in cui Fedi studia e legge molto nella convinzione che l'umanità dev'essere libera dal bisogno, discute appassionatamente raccogliendo via via intorno a sé giovani studenti e venendo in contatto con la precedente generazione di anarchici pistoiesi: in tale contesto matura il suo carattere coraggioso, brillante e audace, come dimostrarono le sue azioni.
Il 12 ottobre 1939 fu arrestato e successivamente condannato da parte del Tribunale speciale, a un anno di reclusione, per associazione e propaganda antinazionale.[2] Il 10 febbraio gli fu condonata la pena e fu scarcerato, quindi fece rientro a Pistoia ove continuò la lotta antifascista formando nel 1943 il gruppo dei comunisti libertatori a Bottegone insieme a Francesco Toni e altri compagni.
Noto è l'episodio del 26 luglio 1943 allorché Fedi invitò a scioperare gli operai delle Officine S. Giorgio di Pistoia e venne tratto nuovamente in arresto: quando si diffuse la notizia del suo arresto, una folla si raccolse fuori dagli edifici della Questura chiedendone la liberazione tanto che fu rilasciato dopo poco.
Dopo l'armistizio, nell'ottobre 1943, costituì una formazione partigiana composta da una cinquantina di uomini: le Squadre Franche Libertarie composte soprattutto da Anarchici e Libertari e autonome dal CLN che iniziarono ad agire fra città e campagna. Dal 17 al 20 ottobre, insieme a sei compagni, assaltò a più riprese il presidio della Fortezza Santa Barbara, prelevando una grande quantità di armi e munizioni. Successivamente la sua formazione effettuò altre operazioni fra le quali l'assalto alla Questura di Pistoia ed al carcere delle Ville Sbertoli, con la liberazione di 54 prigionieri, fra i quali alcuni ebrei e prigionieri politici.
Nella sua formazione militarono noti partigiani come Enzo Capecchi, Artese Benesperi, Danilo Betti, Brunello Biagini, Marcello Capecchi, Franco Fedi (fratello) Claudio Pallini, Santino Pratesi, Giulio Vannucchi, Giovanni Pinna e Iacopo Innocenti. Fu in contatto con Manrico Ducceschi, detto "Pippo" (anche lui ex studente del Liceo classico Forteguerri di Pistoia), capo della formazione partigiana XI Zona Patrioti, attiva sulla Montagna Pistoiese e Lucchese, mentre Fedi preferì operare in pianura, muovendosi continuamente tra Pistoia, Quarrata e Serravalle Pistoiese
Il 29 marzo del 1944 assalta un treno di armi e munizioni fermo alla stazione di Val di Brana. È con lui Artese Benesperi che, nello scontro armato che ne deriva, uccide un ufficiale tedesco e rimanendo a sua volta ferito ad una mano.
Il 1 giugno del 1944 assalta la Questura di Pistoia e effettua il quarto attacco alla fortezza di Santa Barbara con l'aiuto dei partigiani di Montale.
Il 29 luglio del 1944, nei pressi della Croce di Vinacciano, sulle colline pistoiesi, cadde in un'imboscata dei militari tedeschi, e fu ucciso assieme al compagno Giuseppe Giulietti. Un altro componente della sua formazione, Brunello Biagini, fu catturato e pochi giorni dopo, il primo di agosto, fucilato.
La tomba di Silvano Fedi insieme a quella di Giuseppe Giulietti (detto "Il Genova") è posta nel Cimitero Comunale della Vergine di Pistoia.

La figura storica

Silvano Fedi è considerato un martire della lotta antifascista, ed il suo contributo nella guerra partigiana è ritenuto di grande importanza per la liberazione di Pistoia.
L'abilità militare di Fedi è tale da interessare il commediografo Giovacchino Forzano amico di Mussolini e lo stesso dittatore, nella vicenda volgendola da fatto militare a fatto personale dell'ufficiale tedesco che viene fatto passare come ucciso per problemi di onore ed evitando così ogni forma di rappresaglia nei confronti della popolazione civile (30 civili per un ufficiale tedesco, secondo le direttive di Kesserling).
Al suo nome sono dedicati, a Pistoia, il corso centrale,[3][4] e, pensando in particolare ai giovani, quale fu Fedi impegnato nella propria città, portano il suo nome anche una piscina, attualmente in stato di abbandono, ed una palestra di proprietà della Provincia di Pistoia.
Nell'aprile del 1979 a Montechiaro in suo onore venne inaugurato un monumento in bronzo realizzato dallo scultore Umberto Bovi, su interessamento dell'ANPI locale; rappresenta un corpo disteso a terra che si disintegra, sovrastato da una stele che dal basso si espande verso l'alto in segno di liberazione. Una lapide ricorda i caduti della formazione.[5].
A lui sono intitolati oltre a uno degli istituti secondari di secondo grado della città di Pistoia, l'Istituto Tecnico Tecnologico, anche l'Associazione Sportiva Culturale Silvano Fedi che organizza molti eventi sportivi.

Onorificenze

Valor militare silver medal BAR.svg Medaglia d'argento al valor militare