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lunedì 21 febbraio 2022

Preoccupanti analogie. La storia si ripete?

Sarà un'idea fantasiosa ma ho l'impressione che la storia della seconda guerra mondiale si ripeti. Putin non si fermerà all'Ucraina ma vorrà andare avanti nazione dopo nazione avendo a disposizione un potente esercito. Scene purtroppo già viste in Europa.

giovedì 17 febbraio 2022

Dovremo rifare un'altra conferenza di Yalta?

Dopo la seconda guerra mondiale si discussero i confini dell'Europa tra le tre potenze vincitrici a Yalta, proprio nella Crimea attualmente nazione della discordia e contesa. Dato le accuse della Russia nei confronti della NATO di espandersi troppo ad Est minacciandola con i missili, saremo costretti prima o poi ad una nuova Yalta Stati Uniti - Russia per mettersi d'accordo su quante forze armate ed in quale luogo posizionarle in Europa? Oppure non ci sarà mai un accordo e rischieremo grosso come adesso?

Approfondimento a questo LINK

 IL MONDO NELL'ETÀ DEL BIPOLARISMO Argomenti La guerra fredda L'Unione  Europea La decolonizzazione L'Italia repubblicana Il mondo globale. - ppt  scaricare

sabato 12 febbraio 2022

Lo scoppio della seconda guerra mondiale sarà uguale alla terza?

 Il giorno in cui sparì la Polonia | Il Foglio

1 Settembre 1939 : la Germania invade la Polonia. Scoppia la seconda guerra mondiale. Sembra la stessa storia in fotocopia dell'Ucraina. Se la Russia la invaderà scoppierà la terza?

giovedì 10 febbraio 2022

Foibe - 10 Febbraio, giorno del ricordo

I massacri delle foibe (in sloveno: poboji v fojbah, in croato: masakri fojbe, in serbo: mасакри фоjбе - masakri fojbe?) sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia[7][8], avvenuti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale da parte dei partigiani jugoslavi e dell'OZNA. Il nome di tali eccidi deriva dai grandi inghiottitoi carsici (chiamati in Venezia Giulia "foibe") dove furono gettati molti dei corpi delle vittime.

Per estensione i termini "foibe" e il neologismo "infoibare" sono diventati sinonimi di uccisioni che in realtà furono in massima parte perpetrate in modo diverso: la maggioranza delle vittime morì nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi[9][10]. Secondo gli storici Pupo e Spazzali, l'utilizzo simbolico di questo termine «può divenire fonte di equivoci qualora si affronti il nodo della quantificazione delle vittime», in quanto la differenza tra il numero relativamente ridotto dei corpi materialmente gettati nelle foibe, e quello più alto degli uccisi nei campi di prigionia, dovrebbe portare a parlare di "deportati" e "uccisi" per indicare tutte le vittime della repressione[11].

Secondo gli storici Raoul Pupo e Roberto Spazzali le vittime in Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia sono comprese tra le 3 000 e le 5 000 (comprese le salme recuperate e quelle stimate, nonché i morti nei campi di concentramento jugoslavi).[4][12][13] Altre fonti invece fanno salire questo numero fino a 11 000[5]. Numero che secondo Raoul Pupo si può raggiungere soltanto conteggiando anche i caduti che si ebbero da parte italiana nella lotta antipartigiana[13].

Al massacro delle foibe seguì l'esodo giuliano dalmata, ovvero l'emigrazione più o meno forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia; territori del Regno d'Italia prima occupati dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia tramite i trattati di pace di Parigi del 1947. L'emigrazione fu dovuta sia all'oppressione esercitata da un regime di natura totalitaria che impediva la libera espressione dell'identità nazionale, sia al rigetto dei mutamenti nell'egemonia nazionale e sociale nell'area e infine per la vicinanza dell'Italia, vicinanza che costituì un fattore oggettivo di attrazione per popolazioni perseguitate ed impaurite; nonostante il governo italiano si fosse a più riprese adoperato per fermare, o quantomeno contenere, l'esodo[14]. Si stima che i giuliani, i quarnerini e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250 000 e le 350 000 persone tra il 1945 e il 1956. 

Storia completa a questo link.

 LA TRAGEDIA DELLE FOIBE. GLI ITALIANI NON DIMENTICHINO! - Associazione  Nazionale Bersaglieri