Translate

Cerca nel blog

martedì 25 giugno 2024

Tu Vuo' Fa' L'Americano - (Renato Carosone - 1956) - Storia della musica italiana

https://it.wikipedia.org/wiki/Tu_vu%C3%B2_f%C3%A0_l%27americano

Tu vuò fà l'americano è una canzone napoletana di Renato Carosone.

La canzone fu scritta nel 1956 da Carosone per la parte musicale e da Nisa (Nicola Salerno) per il testo. Il compositore combinò musica swing e jazz al pianoforte, realizzando un boogie woogie in un solo quarto d'ora dopo aver letto il testo di Salerno. Carosone fu immediatamente sicuro che il brano avrebbe ottenuto un grande successo, e infatti, una volta pubblicata dalla casa discografica Pathé su 45 giri (GQ 2032) nel 1956 e su EP l'anno successivo (GQ 534), raggiunse il successo internazionale ed è tuttora la canzone più nota del cantautore.

giovedì 6 giugno 2024

Presidente della Repubblica Mattarella alla cerimonia di commemorazione per l’80° anniversario dello sbarco in Normandia

 

Lo sbarco in Normandia, noto anche come Operazione Overlord, è stato uno degli eventi più significativi della Seconda Guerra Mondiale. È avvenuto nel giugno del 1944 e ha segnato una svolta decisiva nel conflitto. Bersagliati da cannoni e mortai tedeschi, falciati dal micidiale fuoco incrociato delle mitragliatrici, dilaniati dalle mine, in poche ore sulle spiagge della Normandia morirono migliaia di soldati americani, britannici, canadesi. 

L'operazione fu meticolosamente preparata in gran segreto per oltre un anno, radunò una sbalorditiva forza navale e terrestre e fu un successo militare propiziato anche da un imponente lavoro di intelligence. Hitler si attendeva infatti che gli anglo-americani avrebbero tentato l'invasione dalla regione di costa bassa di Calais, la più vicina alla costa britannica. 

Per lo sbarco fu invece scelto un breve tratto di costa alla foce della Senna, fra Le Havre e la penisola di Cherbourg. L'operazione iniziò intorno alla mezzanotte con massicci lanci di paracadutisti dietro alle linee nemiche, con il compito di neutralizzare l'artiglieria tedesca e proteggere i ponti prima che venissero minati. Quando spuntò l'alba, il dispiegamento di forze che i tedeschi si trovarono di fronte in mare era impressionante. 

I settori dello sbarco erano stati divisi in cinque differenti spiagge, con nomi in codice: Utah Beach e Omaha Beach riservate alle truppe Usa; Gold Beach e Sword Beach alle truppe britanniche e Juno Beach a britannici e canadesi. Questo evento ha cambiato il corso della Seconda Guerra mondiale e il destino dell’intera Europa. 

"Salvate il soldato Ryan" è un film di guerra del 1998 diretto da Steven Spielberg. La trama ruota attorno alla missione di un gruppo di soldati americani durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo lo sbarco in Normandia, il capitano dell’esercito degli Stati Uniti John Miller e i suoi uomini ricevono l'incarico di trovare e salvare il soldato James Ryan, interpretato da Matt Damon, che si trova oltre le linee nemiche. Ryan è l'ultimo sopravvissuto di quattro fratelli, e la missione è di riportarlo a casa dalla madre vedova. Il film è noto per la sua rappresentazione realistica e cruda della guerra, in particolare la scena dello sbarco in Normandia 

 Violenze ai confini della Serbia | Facebook

 

 

lunedì 3 giugno 2024

Italia e Giappone: un'amicizia che dura da oltre 150 anni : L’inizio delle relazioni


I rapporti ufficiali tra Italia e Giappone iniziarono con il Trattato di Amicizia e Commercio nel 1866, quando i primi mercanti del neonato Regno d’Italia sbarcarono nel porto di Nagasaki. Fin dai primi contatti, l’Italia fu un alleato molto importante per il governo Meiji che si servì di molti artisti, legislatori, e ingegneri italiani come consiglieri ufficiali per portare a termine una fase di riforma volto ad ‘avvicinare’ il paese all’Occidente. Iniziò così un periodo di influenza reciproca particolarmente visibile anche nelle arti, basti pensare alla Madama Butterfly di Giacomo Puccini. Dal 1866 sono ormai passati più di 150 anni ma i due paesi sono sempre rimasti buoni amici e stabili alleati.



La prima missione giapponese in Italia

Benché nel XIII secolo Marco Polo fosse già venuto a conoscenza dell’esistenza del Giappone (nel suo Milione lo chiamò Cipango), il primo vero contatto con il Sol Levante avvenne nel 1542, quando nel Paese asiatico approdò la prima nave europea insieme ai primi gesuiti portoghesi e italiani. La prima missione giapponese in terra straniera partì invece a distanza di quarant’anni. La delegazione, passata alla storia come ambasciata Tenshō, giunse in Italia tre anni dopo e fu ricevuta a Roma da Papa Gregorio XIII e dal suo successore Papa Sisto V, il quale fece loro dono della Chiesa di Santa Maria dell’Orto che, da allora, rappresenta il luogo di culto di riferimento per la comunità cattolica giapponese della capitale italiana.



La delegazione partì dal porto di Nagasaki il 20 febbraio 1582, quando i quattro ragazzi non avevano ancora compiuto quindici anni[11]. Valignano, che avrebbe voluto accompagnarli fino in Europa e tornare con essi in Giappone[5], fu costretto a fermarsi a Goa perché nominato provinciale delle Indie, delegando di conseguenza la loro tutela al padre Nunzio Rodriguez[12]. La missione arrivò in Portogallo due anni dopo, passando per le colonie Macau e Goa[13] prima di sbarcare a Lisbona l'11 agosto del 1584, dove fu accolta dalla nobiltà locale[14]. Nel Paese lusitano gli ambasciatori ebbero modo inoltre di visitare la Chiesa di San Rocco e il Monastero dos Jerónimos, oltre a fare tappa in città quali Sintra ed Évora[13]. Da lì proseguirono verso la Spagna, dove furono ricevuti da re Filippo II in quel di Madrid. A quest'ultimo vennero consegnate due lettere in lingua spagnola firmate da Ōtomo, Ōmura e Arima, all'interno delle quali i tre daimyō offrivano completa obbedienza al sovrano[15].

L'ambasceria giapponese viene ricevuta da Papa Gregorio XIII. Dipinto del 1655.
Circa un anno più tardi gli inviati raggiunsero l'Italia, sbarcando a Livorno il 1º marzo 1585.

Italia e Giappone, 150 anni di amicizia

La pena di morte nell'antica Roma. I supplizi e le condanne

sabato 1 giugno 2024

Chiesa di San Jacopo in Castellare restaurata - (Pistoia)

 

Domani andrò a visitarla. 

"San Jacopo in Castellare è una delle chiese più antiche di Pistoia. L’edificio esisteva forse già in epoca altomedievale e fu eretto a ridosso della prima cinta muraria nella zona detta “castellare”, per la presenza di fortificazioni militari fin dal X secolo. Grazie alla sua posizione sopraelevata e protetta (anche dall’antico corso del torrente Brana), sin dall’antichità questo luogo fu una zona strategica, in stretta connessione con il tratto urbano della via Francigena e con l’accesso settentrionale alla città attraverso l’antica Porta di Sant’Andrea. Dopo la soppressione nel 1785 voluta dal vescovo Scipione de’ Ricci, la chiesa fu destinata a oratorio delle vicine Scuole Leopoldine e infine a laboratorio privato."

 https://musei.comune.pistoia.it/eventi/le-aperture-di-san-jacopo-castellare/